Indicare una licenza
Introduzione
La licenza spesso viene vista come uno strumento formale che indica cosa non si può fare con un’immagine, una canzone, un libro … e anche con i dati.
In realtà, la licenza restituisce all’utente cosa può fare con il materiale a cui è associata, è un contratto tra chi lo pubblica e chi ne farà uso.
Ci sono diversi tipi di licenze, alcune sono gratuite, altre a pagamento, alcune sono molto complesse, altre molto semplici.
Nel contesto dei dati aperti si parla spesso di “riuso” dei dati e non di “uso”.
La licenza è qualcosa che sostiene la creatività, perché avere chiaro da subito cosa è possibile fare con dei dati, permette di fare delle buone scelte iniziali e direzionare il proprio intelletto.
Una licenza aperta lo fa a maggior forza, perché fa in modo che ci sia più disponibilità di “materia prima” riutilizzabile.
Le licenze Creative Commons
Queste licenze - dette in breve CC
– sono tra le più conosciute e usate. Sono state create per rendere meno formale e più efficace l’utilizzo delle licenze, per poterne sceglierne una in autonomia senza essere un esperto di diritto.
Sul sito di riferimento c’è uno strumento comodo per scegliere la licenza che più si adatta alle proprie esigenze, è il Creative Commons License Chooser, a partire da due domande:
- Consenti che vengano condivisi adattamenti della tua opera?
- Sì
- No
- Sì, fintanto che gli altri condividono allo stesso modo
- Permetti che la tua opera venga utilizzata a scopi commerciali?
- Sì
- No
Se si risponde con un “No” a una delle due domande - è possibile farlo - la licenza non sarà aperta, non sarà una licenza “Free Culture”.
Con la risposta “Sì” a entrambe - uno dei due “Sì” - si ottiene una licenza aperta, che consente il riutilizzo dei dati anche a scopo commerciale.
Dopo avere risposto alle domande si ottiene la definizione della licenza, il link ad essa e anche le modalità con cui associarla alla propria “opera”, ai propri dati.
La Pubblica Amministrazione (PA) e le licenze
La normativa italiana1 prevede che le Pubbliche Amministrazioni, gli organismi di diritto pubblico e le imprese pubbliche mettono a disposizione i propri documenti, in formato aperto e leggibile meccanicamente.
Un documento è leggibile meccanicamente se ha un formato di file strutturato in modo tale che le applicazioni software possano agevolmente identificarlo, riconoscerlo ed estrarne dati specifici.
Uno dei requisiti per il formato aperto è che i dati siano riutilizzabili, quindi è necessario che la PA associ una licenza aperta ai dati.
Le linee guida open data per la PA, contengono gli obblighi e le indicazioni per la scelta della licenza: la licenza CC-BY 4.0 è una di quelle di cui la PA dovrebbe fare maggiore uso.
Quale licenza per i propri dati?
Nel contesto del monitoraggio civico ambientale, i dati sono raccolti (quasi sempre) con l’obiettivo di esssere pubblicati online, in modo che possano essere consultati e riutilizzati da chiunque.
Quindi sono da associare a una delle licenze aperte adatte ai dati, come quelle elencate nelle linee guida citate sopra.
La licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) è ancora una volta una buona scelta.
Decreto Legislativo 24 gennaio 2006, n. 36 - Attuazione della direttiva (UE) 2019/1024 relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico↩︎